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Autore Forrest Gump
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 06-01-2008 04:07  
anche a me hanks piace un casino, ma, quotando alz, forrest gump non lo sopporto.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 06-01-2008 18:27  
quote:
In data 2008-01-05 22:41, AlZayd scrive:
quote:
In data 2008-01-05 22:16, RICHMOND scrive:
E poi non capisco proprio cosa intendi con "collettivista" qui.




No, vero, ti riferivi sempre a Forest con "collettivo".., però non cambia il mio parere.




In verità, comunque, non mi riferivo a Forrest, ma al primo Cinema di Zemeckis che, oltre ad essere Capriano (e questo aggettivo non necessita di ulteriori scomposizioni qualitative e didascaliche) è anche "collettivista" (in questo non necessariamente simile alla poetica di Frank), nella misura in cui il carnascialesco affresco che il regista ci propone mira di più a stereotipare una società varia, mista, dagli aspetti bucolici e dai tratti comuni, in cui il "singolo" protagonista annaspa non per ricercare sè stesso (invocando solo un po' di comprensivo silenzio - e questo mi rimanda a Fellini, ma va beh, lasciamo stare), ma per incastonarsi alla perfezione in quel grandioso circo a tre piste che viene descritto. Tutto negato nel secondo Cinema di Zemeckis: individualista, in cui il singolo si staglia su uno sfondo monocolore (la Russia - o le praterie - di Cast Away), ricercando una meta (interiore) che gli dia la possibilità di avere ancora una volta il silenzio intorno a sè (l'isola deserta), ma non nella speranza di inserirsi nel Mondo caotico che lo circonda (e di sccoprire le proprie origini), bensì per rinnegare le sue radici ed autocollocarsi al di fuori della società.
Comunità ed individuo. I due volti del cinema di Zemeckis. Temi tutt'altro che trascurabili, a mio avviso.
_________________
L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 06-01-2008 18:52  
quote:
In data 2008-01-05 22:17, GionUein scrive:
L'approccio "tecnico" è un approccio che rovina ( può rovinare )la visione di film. Ma questa è una diatriba vecchia come il cucco.



Il discorso resta il modo con il quale ognuno di noi si rapporta con l'Arte Cinematografica. Non esiste solamente l'approccio tecnico (che comunque, credimi sottende sempre e conduce ad un approccio emozionale, perchè appunto emozioni si raccontano e non movimenti della mdp.) Ma questi aspetti tecnici sono come le pennellate su di una tela, che per essere "comprese", vissute, sentite, assaporate, hanno bisogno di una carrellata indietro a scoprire . Vanno prese nella loro globalità, sono simboli da codificare, tanto quali quelli diegetici all'interno del quadro.

Ognuno sente a modo suo, ognuno segue il suo percorso personale, la propria strada: è questa la magia del Cinema: i suoi autori lasciano sempre porte aperte, non sono mai chiuse.

Tuttavia, dal mio punto di vista, sono come un estimatore d'Arte, ma non da soggiorno, da Museo o da Cineteca. Sento il desiderio di essere anche autore, non solo spettatore. Da qui il mio desiderio di fare un piccolo corto, e la tecnica allora diviene fondamentale. Il montaggio, la scelta di un'inquadratura, il componimento diegetico del quadro, l'espressività di determinati movimenti della mdp non sono strutturati a caso, ma ben ponderati e studiati nella mente del regista/montatore.
E questo, non svilisce la poesia.
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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 06-01-2008 18:57  
quote:
In data 2008-01-06 18:52, Skualo scrive:
quote:
In data 2008-01-05 22:17, GionUein scrive:
L'approccio "tecnico" è un approccio che rovina ( può rovinare )la visione di film. Ma questa è una diatriba vecchia come il cucco.



Il discorso resta il modo con il quale ognuno di noi si rapporta con l'Arte Cinematografica. Non esiste solamente l'approccio tecnico (che comunque, credimi sottende sempre e conduce ad un approccio emozionale, perchè appunto emozioni si raccontano e non movimenti della mdp.) Ma questi aspetti tecnici sono come le pennellate su di una tela, che per essere "comprese", vissute, sentite, assaporate, hanno bisogno di una carrellata indietro a scoprire . Vanno prese nella loro globalità, sono simboli da codificare, tanto quali quelli diegetici all'interno del quadro.

Ognuno sente a modo suo, ognuno segue il suo percorso personale, la propria strada: è questa la magia del Cinema: i suoi autori lasciano sempre porte aperte, non sono mai chiuse.

Tuttavia, dal mio punto di vista, sono come un estimatore d'Arte, ma non da soggiorno, da Museo o da Cineteca. Sento il desiderio di essere anche autore, non solo spettatore. Da qui il mio desiderio di fare un piccolo corto, e la tecnica allora diviene fondamentale. Il montaggio, la scelta di un'inquadratura, il componimento diegetico del quadro, l'espressività di determinati movimenti della mdp non sono strutturati a caso, ma ben ponderati e studiati nella mente del regista/montatore.
E questo, non svilisce la poesia.




Ma è tremendamente frustrante leggere quanto lavoro ci voglia per ottenere questo o quell'effetto scenico. O anche soltanto darsi un'occhiata al listino prezzi delle attrezzature più economiche.
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 06-01-2008 19:11  
Non ne hai idea hehe. Ho un amico che dovrebbe terminarne uno, concepito e curato anche molto bene, ma appunto sono tutti appssionati e degni di lode.
Persone che, impiegano il tempo libero seguendo questa loro passione.. un po' come noi ma "On The Road".

Eh si , un crane, un dolly, una steady... costano e sono indispensabili. Ma se hai l'amore e la passione, non ti ferma nulla.. basta usare la testa.
Pensa solo a Raimi durante le riprese di "Evil Dead"... : è riuscito a superare tutte le barriere tecniche e mentali che altri suoi collaboratori (ed il budget limitato) comportavano. Ad ogni "no, non è possibile, non si puo' fare", lui ci ha provato, e ci è riuscito.
Si è inventato una specie di steady artiginale, la "shaky-cam" (hai presente le riprese iniziali nella palude o l'inseguimento di Cheryl attraverso il bosco). Ma ha usato molte altre accortezze tecniche artiginali.. il trucco c'e' come sempre ma non si vede se la mente dietro è geniale.

Un altro autore che ha sempre cercato di rendere l'impossibile possibile, è stato Kubrick: se nella sua testa una scena doveva essere girata con determinate caratteristiche, cosi' bisognava. Ricordi ad es. la faccenda dell'obiettivo Zeiss modificato in Barry Lindon per poter girare scene notturne utilizzando solamente la luce diegetica delle candele, senza alcun tipo di sorgente luminosa extradiegetica.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 06-01-2008 alle 19:12 ]

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-01-2008 21:11  
Scusami shark,la frase 'la luce diegetica delle candele' mi fa proprio sorridere.se storicamente e teoricamente puo' essere corretta,linguisticamente e semanticamente e' come la panna montata sugli spaghetti.da proprio l'impressione di uno che si concentra tanto sulle piccole cose e sui dettagli senza rendersi conto del quadro generale..la luce puo' essere naturale artificiale diretta,soffusa e altro,ma l'idea di 'candele diegetiche' e' da errore blu,ma proprio di costruzione della frase..da scuola media.tutto questo per ribadire che la mia vecchia teoria e' sempre piu valida.e' da illusi voler parlare di o fare il cinema senza prima aver fatto studi di letteratura o di linguistica.questo perche il cinema come arte composita deriva dalla scrittura.senza essa e senza la sua propaggine,la letteratura,il cinema ce lo potevamo sognare.e non sto facendo un banale discorso di script writing,no no sto parlando di una forma culturale ben precisa interna all'uomo,che ha sempre necessitato della parola scritta per esprimersi,anche quando essa non esisteva.lungo i millenni poi,questa forma mentis si radico' cosi tanto che al momento di inventare un'arte nuova,non si pote' prescindere nei dai modelli narrativi tipici della novella,ne tantomeno rinunciare a concretizzare questa scrittura invisibile nelL'uso delle didascalie.rendiamoci conto che il cinema e' un arte subordinata,al contrario della musica.ma questo lo diceva gia uno che si chiamava come una citta francese,percui sto zitto.

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SamTheLion

Reg.: 18 Set 2007
Messaggi: 899
Da: anarene (es)
Inviato: 06-01-2008 21:25  
ma che minchia dici? se le candele sono un elemento diegetico del film, la luce delle candele è diegetica. è un aggettivo italiano usato nel contesto giusto. quale errore blu?

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[ Questo messaggio è stato modificato da: SamTheLion il 06-01-2008 alle 21:26 ]

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 06-01-2008 21:27  
Caro Fakuser, nn scusarti perchè sei libero di dire la tua opinione, come tutti, anzi è ben accetta da parte mia.

Per quanto riguarda l'appunto riguardante l'aggettivo usato, è utilizzato in gergo tecnico, ed il cinema ha elaborato le proprie terminologie. Forse adatte più a chi "pratica" l'Arte piuttosto che a chi ne fruisce, ma l'importante è capirsi. Per luce diegetica intendo un tipo di luce presente nella scena, una sorgente appunto parte integrante della diegesi del racconto che viene inquadrata nel frame dalla mdp.
Imallidirai grammaticamente anche nel veder scritto mdp .

Comunque, in fatto di studi letterari probabilmente puoi dire la tua a testa alta, ma per quanto concerne la fotografia, visto il mio campo di lavoro (che cmq non puoi conoscere, ok).. ho i miei dubbi.

Tornando brevemente agli esempi citati su Sam Raimi, a chi interessasse:

Raimi 1

Raimi 2

Raimi 3

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 06-01-2008 alle 21:32 ]

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-01-2008 21:42  
Ma vabbe,ma non volete capire.il mio discorso e' un altro,e ha preso spunto da un grave errore di GRAMMATICA ITALIANA(so bene cosa vuol dire diegetico,non per niente son 6 anni che sto qua! ) per arrivare a illustrare malamente,pare,la mia concezione di cinema,chiamala se vuoi da salotto. Dire le candele diegetiche e' come dire che sono diegetiche le lacrime di naomi watts in 21 grammi.il fatto che sia vero non implica che quello usato sia il modo giusto x dirlo.

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 06-01-2008 21:46  
quote:
In data 2008-01-06 21:11, Fakuser scrive:
tutto questo per ribadire che la mia vecchia teoria e' sempre piu valida.e' da illusi voler parlare di o fare il cinema senza prima aver fatto studi di letteratura o di linguistica.



Questa mi era sfuggita.

Quindi secondo te un Artista (dato che il Cinema è Arte) deve necessariamente possedere queste basi?
Il "necessariamente" non è inserito a caso.
Concordo che possa essere un utile supporto, un completamento del background, ma non una conditio sine qua non.
Anche perchè dimentichi che la creazione di un film presuppone la partecipazione di diverse figure umane, ognuna preposta ad un ruolo preciso e ben delineato.

Al suo debutto registico, Tarantino non conosceva nemmeno le terminologie relative alla distanza dei campi, eppure tramite il suo aiuto regista ha ottenuto l'effetto desiderato. Al posto di indicare un PPP, ad es, chiedeva all'aiuto-regista "Dammi un Leone".. dove per "Leone" intendeva i famosi Primissimi piani utilizzati dal regista italiano.

Confondi troppo il Cinema con la Letteratura erudita secondo me. Per esprimere i propri sentimenti, non c'e' bisogno di tomi scolastici.
Ripeto, è un utilissimo completamento della figura artistica, ma non è necessario. Ma mi sembrava poi che tu dicessi (se ricordo male scusami) che Tarantino in Kill Bill non avesse nulla da dire, nessun messaggio... (ok, ho controllato ed asserisci proprio questo. Se ti va magari, visto che non concordo assolutamente, magari più avanti mi piacerebbe discuterne riaprendo quel topic.)

[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 06-01-2008 alle 22:29 ]

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SamTheLion

Reg.: 18 Set 2007
Messaggi: 899
Da: anarene (es)
Inviato: 06-01-2008 21:49  
a me piacerebbe sapere dov'è il GRAVE ERRORE DI GRAMMATICA ITALIANA in "la luce diegetica delle candele". mi piacerebbe che fosse spiegato in maniera semplice, ma possibilmente chiara, grazie.
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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 06-01-2008 21:59  
Vabbè dai, non importa poi molto, l'importante è capirsi.
Comunque, diegetico deriva proprio da terminologie mutuate dalla letteratura, dal racconto scritto.

Forse intendi che essendo terminologie derivate da un media che non utilizza la luce, l'accostamento è ardito e stonato. Vabbè ma allora bisognerebbe coniare terminologie nuove da zero.
Pure tu comunque un'attenzione al particolare da paura...

Se è cosi', per me è chiarito e possiamo andare avanti con altro.

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 06-01-2008 22:04  
non volevo intervenire,ma in effetti son curioso,non arrivo all'erore,per di più grave,di grammatica.è un aggettivo,e pure ben usato di fianco alle candele
ciao!

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-01-2008 22:14  
Skualo ha capito p o meno.fate finire camera cafe e mi spieghero meglio.

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 06-01-2008 22:21  
Forrest Gump non sarebbe male come film se solo non avesse un finale così strappalacrime e patetico
_________________
Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata!

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